Anche se spesso viene chiamata “melata di bosco”, la melata di metcalfa (da Metcalfa pruinosa, flatide appartenente all’ordine dei rincoti, sottordine degli omotteri), prende nome non da una pianta, ma da un insetto, originario dell’America Settentrionale e Centrale, e recentemente introdotto nel nostro Paese e diffusosi soprattutto nell’Italia nord-orientale. Attacca molte piante diverse sia spontanee che coltivate e produce un’abbondante melata, raccolta dalle api che ne fanno un miele molto particolare.
Produzione: da fine luglio fino ai primi di settembre
Colore: ambra scuro, quasi nero quando è liquido, assume un colore marrone se cristallizza
Cristallizzazione: in genere assente, resta liquido a lungo, ma può cristallizzare.
Odore: forte e penetrante, vegetale, di verdura cotta, di marmellata di pomodori verdi, sul finale zucchero cotto.
Sapore: decisamente meno dolce e stucchevole dei mieli di nettare, a volte leggermente salato, di malto, di verdura cotta, di prugne secche, di lievito, di frutta secca, di melassa, di malto, di sciroppo erboristico, di bietole o erbe cotte, di datteri.